mercoledì 8 luglio 2009

White Lies "To Lose My Life"





White Lies
"To Lose my Life"
Anno 2009
Durata 44:51







C'era un'epoca in cui ogni cosa sembrava viver di vita propria e da dove fantasia e originalità uscivano spontanee...

C'è stata pure un'epoca in cui a qualsiasi pischello, che sapesse suonare una chitarra (purché abbastanza tormentato e magari con qualche problema di dipendenza), veniva concessa visibilità sui migliori “schermi”.

Come dite? I cliché della seconda sembrano esser ancora qui con noi?

Può essere.

Magari è solo la mia percezione delle cose che è cambiata ma, in tempi in cui certi simboli di Ribellione (maiuscola non casuale) fanno a gara per rendersi ridicoli (tra Reality e spot per RC Auto...), la definizione di “ribelle” è del tutto labile: quella di originalità un pò meno, ma solo perché decisa dal critico del momento... (brutti tempi quelli in cui la Critica diventa una forma d'Arte).

La (mia) "verità" è, che a 6 mesi dalla fine degli anni “0”, dobbiamo rassegnarci a considerare questa decade (a parte qualche rara eccezione) come il trionfo del revival più becero, soprattutto se, come mi capita di leggere sempre più spesso, i gruppi più rappresentativi di essa finiscono con essere eletti gli Strokes ed i White Stripes (io continuo a sperare che certi soloni della Critica tra qualche anno cambino idea, comunque...) e le icone del disagio giovanile Doherty e la Winehouse (si salvi chi può: ci credo che qualcuno continui a cercar “vita” su Marte...).

Si, dobbiamo abituarci al fatto che, ora come ora, dobbiamo accontentarci di chi (secondo i nostri gusti) copia meglio (e anche da dove, ovvio...).

I White Lies non sono originali (per nulla: chi dice che sono dei cloni degli Echo and the Bunnymen ha ragione), non sono neanche mediaticamente troppo interessanti (a dire il vero non ho ancora capito come la stampa di Oltre Manica decida cosa lo è e cosa no...) perché son 4 ragazzoni abbastanza comuni ,provenienti dalla periferia londinese, e non mi risulta abbiano particolari storie di dipendenza: poco da scrivere e ricamarci sopra dunque.

“To Lose my Life” è uscito lo scorso Gennaio ma probabilmente era pronto da un paio d'anni: i nostri hanno aspettato il momento propizio (la scia lasciata dai Killers per esempio) per buttarlo fuori ed intanto hanno lavorato i fianchi del pubblico e dei media con comparsate qua e la, giocando solo su di un paio di singoli (“Death” ed “Unfinished Business”): tattica che li ha visti premiati con il primo posto nella classifica britannica raggiunto poi dal disco.

Forse vi starete chiedendo perché stia parlando di un'operazione e di un disco che puzzano sia di già sentito che di costruito ad arte per lo showbiz...

La risposta è semplice: “To Lose my Life” nonostante tutto è un bel disco: i White Lies dovrebbero pagare i diritti a Joy Division ed ai già citati Echo, per carità (mi piacerebbe sapere però chi non dovrebbe farlo tra i vari gruppuscoli che infestano la nostra epoca), ma, cosa sempre più rara, riesce ad elevarsi rispetto alla media dei coevi (seventies-eighties derivativi) alla Kasabian, Arctic Monkeys etc. etc, per intenderci, se non per le (non) innovazioni, in fase di composizione, almeno per un calore di fondo, che sembra reale e non solo patinato ad uso e consumo di NME et similia, ed una capacità tecnica che ricorda i mai abbastanza, seppur estremamente derivativi anche loro, lodati Editors.

Niente di nuovo sotto il sole quindi ma del sano revival Dark-New Wave riproposto con (fino a prova contraria: aspettiamo il secondo disco...) onestà intellettuale e con quella minima passionalità atta ad essere compatibile con la vita.

Merce sempre più rara in quest'epoca di manichini: copiate ma fatelo con passione per favore.


Rating: 7/10



7 commenti:

Shepp ha detto...

La prima parte della tua recensione la farei stampare in gigante, incorniciare ed appendere ad ogni angolo di strada! Sono d'accordissimo su tutto ed in parte il discorso è applicabile a roba del tipo Amici et similia. Come ricorderai ne parlai tempo fa ed il concetto era esttamente quello. Captain, mettiamocelo in testa, la critica ormai è una forma d'arte, ma di quella piu' pop nel senso cattivo del termine, non me ne voglia Warhol... Per quanto riguarda il disco...anzi! In un periodo in cui l'indie furoreggia, ben venga un po' di sana New wave! Vedi, ormai ci troviamo ad inneggiare per cose viste più di 20 anni fa...Sono brutti tempi, captain, brutti tempi...

Jeger ha detto...

Sinceramente non mi convince molto la loro 'depressione' artistica...ma forse è solo un fatto di pelle. Le tue parole sembrano coerenti comunque e questo ti fa onore!
Come immaginerai non concordo sui Kasabian come meri scopiazzatori di epoche remote. Sperimentatori elettronici come loro ne ho sentiti pochi!

Jeger.

Captain Howdy ha detto...

@Shepp: ti ringrazio, comunque qualcosa di buono (e tutto sommato originale) ancora lo si trova!
@Jeger: Ma guarda che al disco dei Kasabian un 6 (pieno) lo darei (onestamente non sento sperimentazione, nemmeno nelle parti elettroniche, mi sembra tutto abbastanza derivativo): quello che mi ha dato fastidio è che oltre un mese prima della sua uscita, e prima di ascoltarlo, molte riviste (e blog) avessero gia' deciso che sarebbe stato l'album del momento (almeno fino al nuovo degli Arctic) e questo da un'idea di molte cose che ho scritto nella recensione. Il destino ha voluto che nel frattempo morisse il povero MJ e il loro disco uscisse (per sempre) dal primo posto... Scomettiamo che a fine anno gia' non se ne parlera' piu' di questo disco? (come del resto non si parlera' piu' di questo recensito da me, per carita': dischetti piacevoli anche se derivativi e non ci sarebbe nulla di male ma appunto questo ha avuto accoglienza tutto sommato obiettiva quello dei Kasabian esagerata, almeno dal mio punto di vista)

Jeger ha detto...

Succede con chi sa fare il suo mestiere.

Captain Howdy ha detto...

Succede in che senso? Che si decida prima di ascoltare che sara' il disco del momento?

Jeger ha detto...

Si...si tende spesso ad avere aspettative alte in certi casi.

Captain Howdy ha detto...

Onestamente non mi sembra che i Kasabian sian gruppo da aspettative alte, il loro primo disco era si caruccio ma non sicuramente un capolavoro, alemno da come la vedo io...

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