domenica 18 ottobre 2009

Nei boschi eterni - Fred Vargas








Nei boschi eterni
di Fred Vargas
anno 2007
pagine 391 - euro 15,80







E' bello ogni tanto trovarsi di fronte a qualcosa che ti faccia esclamare: “Finalmente!!!”.
Dopo aver letto qui e la commenti entusiastici sulle opere di Fred Vargas (onestamente pensavo fosse un uomo...brutta l'ignoranza....), era arrivato il momento di testare con il mio cervellino...
E la scelta è caduta, casualmente ma non troppo, su questo “Nei boschi eterni”.
Non so che farci, quando leggo di fantasmi, misteri semi-esoterici e vergini squartate, si accende la spia che in me è stata forgiata da anni di Quentin Tarantino...
A parte gli scherzi, questo romanzo nulla ha a che fare con gli eccessi del buon zio Quentin, ma al contrario è molto discreto sotto l'aspetto puramente horrorifico, basando lo sviluppo su quel detto non detto, su quegli equivoci che ti conducono verso qualcosa che potrebbe essere ma che in realta' è.
Ok ok, vi spiego in qualche riga di cosa parla il libro...
Il commissario Adamsberg decide di cambiare vita, di dare un taglio netto al passato e si trasferisce in una lugubre casa sulle colline francesi. Talmente lugubre che pare essere infestata dal fantasma di una monaca che aveva l'innocuo passatempo di sgozzare alcuni poveri malcapitati nel 1700...
Ma in realtà questo è l'ultimo dei problemi del sagace commissario, che ben presto si troverà a dover indagare sull'uccisione barbara di alcuni cervi da parte di un maniaco che ne asporta I cuori e sulla profanazione delle tombe di alcune giovani vergini morte in maniera violenta.
Ma le morti sono state davvero casuali?
Ben presto il quadro verrà a comporsi in un mistero ancora più ampio e fitto, in cui troveranno posto un collaboratore del commissario che ama parlare in versi e in un testo medievale che pare in grado di regalare la vita eterna...

Allora, cari miei giovani lettori, che ne dite??
Al posto mio non sareste stati attratti da una siffatta macchinazione in stile Evangelisti, condita con spruzzate di Conan Doyle e guarnita con colpi di Bram Stoker??
Io si.
Ognuno ha le sue debolezze...
Il libro è terribilmente ben scritto, con gli intrecci ben orchestrati e lasciati li a frollare (piu' che altro sarete lasciati voi a frollare...) per ricomparire qualche pagina dopo piu' fitti di prima, a volte ribaltati, a volte confermati ed ampliati nei contenuti.
Gli specchietti per le allodole si sprecano...
Ma l'aspetto che maggiormente colpisce è la perfetta caratterizzazione dei personaggi, con il commissario Adamsberg in primo piano.
Non è un poliziotto classico, come spesso se ne vedono in giro, ma ha quel qualcosa in più che lo rende adorabile, quasi bambinesco in certi modi di fare, ma terribilmente diretto e preciso nello scardinare il mistero ben celato sotto lastre di granito.
Non da meno sono I personaggi di contorno, ma che poi tanto contorno non sono, spesso oscurando persino il personaggio principale.
Il resto del lavoro è compiuto da ambientazioni che danno al mistero quel tocco esoterico che la semplice caratterizzazione dei personaggi non puo' dare.
Che dire, io sono rimasto colpito.
Le pagine volano e si leggono con quella facilità e fluidità che solo le storie ben orchestrate sanno regalare.
Leggetelo e se non vi piace verrete rimborsati da Doublethink...(ehm ehm...ci stava bene ma non prendetelo in parola...).