venerdì 13 novembre 2009

Fever Ray "Fever Ray"


Fever Ray
Fever Ray

anno 2009

durata 48.02


Stilettate gelide ma avvolgenti: così si può definire l'ascolto di un qualsiasi disco dei The Knife duo elettronico svedese che in questi anni “0” è stato tra le più interessanti espressioni prodotte dalla musica sintetica a livello internazionale.
Nel 2009 la metà femminile del duo (Karin Dreijer Andersson) ha deciso di produrre qualcosa di completamente suo: il risultato è il progetto Fever Ray e l'omonimo disco uscito lo scorso Marzo.

Oltre ai The Knife la Andersson negli ultimi anni ha prestato la sua voce, graffiante ma capace di evoluzioni suadenti, pure a gruppi come dEUS e Röyksopp e, forse, proprio grazie alla collaborazione con quest'ultimi le deve esser venuta la scintilla Fever Ray: con il gruppo norvegese, infatti, già condivideva una certa attitudine nel ricercare commistioni tra l'Ambient Downtempo ottantino (alla Art of Noise per intendersi) britannico e la novantina Bristol Scene, con l'aggiunta di un sound cristallizzato in suoni gelidi tipico dell'elettronica del grande nord europeo, ma la novità rispetto alle precedenti collaborazioni è un'interessante ricerca di esperienze appartenenti a ben altre latitudini: nulla di “estivo”, per carità, qui si rimane sempre e ampiamente sotto lo zero ma qua e la spuntano ritmi tiepidi che provocano un'interessante esperienza dicotomica con il restante ambiente subpolare.

Con la fine degli anni 90 i resti fossili del Trip-Hop sono diventati ingombranti creature atte a rivitalizzare spot pubblicitari e/o allietare eventi mondani e, pur rimanendo il prodotto musicale più (e scusate la parolaccia) seminale di quegli anni in ben pochi al di fuori della cerchia (forse il solo Chris Corner, che comunque non ne era propriamente estraneo, con il progetto IAMX) originale son riusciti a ricavarne frutti di un sapore non solo derivativo: ascoltando “Fever Ray” ed immergendosi nel suo panorama dominato dal synth e da chitarre ultra effettate un deciso sterzare appare evidente e fluttuando tra nebbie e cristalli sonori fragilissimi la sensazione di aver trovato una via alternativa al Glamour in cui il genere s'era pericolosamente infilato negli ultimi anni appare evidente.

Il resto è un albeggiare di freddi soli boreali dopo scure notti nordiche: averne paura sarebbe un peccato.

Rating: 8,5/10

5 commenti:

Para ha detto...

E' da quando è uscito che lo ascolto a ripetizione. Album fantastico.
La tua frase finale è giustissima. Altro che paura, ne siamo profondamente attratti.
E sono attesa, se mai succederà, di una data italiana.
Tra l'altro è uscita da poco l'edizione speciale dell'album con in più due canzoni (due cover che si possono ascoltare sul loro sito) e un dvd con i videoclip (tutti bellissimi).
Saluti.
Para

Captain Howdy ha detto...

Grazie per esser passato. Canzoni e video gia' beccati e assimilati ;-) Ciao!

Shepp ha detto...

Bello! Ho sentito qualche brano su Youtube e devo dire che la tipa è davvero in gamba! Non conoscevo, ma acquistero' di sicuro. Thank you Captain!

Captain Howdy ha detto...

Contento ti piaccia!

Captain Howdy ha detto...

Questo post verrà pubblicato pure su DeBaser.it (a breve il link)

Posta un commento