venerdì 26 giugno 2009

Io sono Dio






Io sono Dio
di Giorgio Faletti
anno 2009
527 pagine
euro 20









E dopo qualche anno di assenza dalle librerie, a parte la scialba raccolta di scritti brevi “Pochi inutili nascondigli”, ritorna Giorgio Faletti con il suo “Io sono Dio”.
Ad essere sinceri non nutrivo grosse aspettative, ma mi sono dovuto in parte ricredere, soprattutto grazie ad una prosa semplice ma estremamente fluida e a tematiche che colpiscono sempre nel segno.
Faletti è di sicuro uno scrittore di mestiere e quindi sa come far presa sul pubblico, pur tralasciando qualche imperfezione che poteva essere limata.
Ma di questo parleremo in seguito, intanto diamo un'occhiata alla trama.
Un serial killer sta terrorizzando New York e per farlo decide di non uniformarsi alla massa dei comuni assassini. I suoi metodi non prevedono il corpo a corpo, ma uccisioni di massa, stragi apparentemente senza motivo, ma che in realtà affondano le radici in una delle pagine piu' buie della storia americana: la guerra del Vietnam. Gli Stati Uniti, ancora colpiti e scossi dagli attentati dell'11 settembre del 2001, si ritroveranno ad affrontare un nemico invisibile che potrebbe assumere tanto le forme di un terrorista internazionale, quanto di uno psicopatico senza scrupoli. Per venire a capo della vicenda si affideranno alla detective Vivien Light e ad un fotoreporter dal passato misterioso, che però dimostra di possedere informazioni fondamentali per dipanare la matassa, in particolare una lettera dai contenuti sconvolgenti...
La trama è piuttosto in linea con tante altre opere dello stesso filone letterario e nello svolgimento non dimostra particolari scossoni che la allontanino dai cliché del genere, però Faletti dimostra una scioltezza di prosa davvero notevole, che in alcuni punti ricorda l'ottimo esordio “Io uccido” e che invoglia continuamente a voltare pagina.
Ed è questo il vero punto di forza dell'intera opera.
Quello che pero' lo scrittore astigiano non riesce proprio ad evitare, sono delle lungaggini inutili, delle descrizioni che a volte si spingono troppo in la' senza riuscire a coinvolgere il lettore.
In pratica il romanzo inizia a pagina 200...
Da li in poi la storia fila via liscia come l'olio!
Alcuni personaggi sono tratteggiati decisamente bene, altri un po' meno, ma nel complesso non si avverte nessuna carenza marcata da questo punto di vista. Un po' stucchevoli invece le prevedibili storie di amore, di cui francamente si poteva fare a meno senza intaccare lo svolgimento della vicenda...
Anche il finale non è perfetto, dimostrandosi un po' troppo sbrigativo rispetto al complesso delle informazioni messe in campo dall'autore, che avrebbero meritato miglior sorte.
In conclusione “Io sono Dio” è un buon romanzo, non un capolavoro, che riesce a regalare dei piacevoli momenti e che da un certo punto in poi coinvolge senza mezzi termini.
Se cercate innovazione allo stato puro non è un libro per voi, ma se volete una buona storia che vi intrattenga e poco altro, allora potete farci un pensierino!

4 commenti:

Captain Howdy ha detto...

E via che si parte con il botto allora!

Shepp ha detto...

Ehehe, si fa quel che si può! Speriamo di continuare anche meglio!

Anonimo ha detto...

Shepp, me lo presti? Ricordati di portarmelo al rientro.
Grazie.

Piuccc

Pietro Melis ha detto...

Che Faletti venda 4 milioni di copie e i suoi libri vengano tradotti in 25 lingue (ho letto) non significa che sia uno scrittore degno di far parte della storia della letteratura italiana. La gente ha bisogno di distrarsi NON PENSANDO. Perché se fosse capace di pensare Faletti sarebbe letto solo da 25 lettori (come scherzava il Manzoni a chiusura de I promessi sposi. Faletti è l'emblema del mondo dell'effimero, della superficialità che vuole nascondere il non senso della vita, la tragedia del nascere in un mondo senza certezze. E allora serve un thriller come intrattenimento per evadere da questo mondo inventando storie truculente che superano la realtà, già di per sé così crudele. Si domandi Faletti quale contributo positivo i suoi libri (puri prodotti commerciali) possano lasciare alla posterità. Chi è senza pensiero morrà senza pensiero nel futuro. Si goda ora il successo perché quando sarà morto moriranno anche i suoi libri. La cosa scandalosa è che un presidente della Repubblica gli abbia dato un premio per la letteratura. Come se ne avesse l'autorità.

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